IBUPROFENE ARI*12CPR RIV 400MG
- Codice Prodotto: 047552132
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Scheda Prodotto
IBUPROFENE ARISTO 400 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Indicazioni Terapeutiche
Adulti e adolescenti con peso corporeo a partire dai 40 kg (di età maggiore o uguale a 12 anni). Trattamento sintomatico a breve termine di: ‒ dolore da lieve a moderato; ‒ febbre.
Dosaggio e Posologia
Posologia: Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati usando la minima dose efficace per il periodo più breve necessario a controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4). Adulti e adolescenti con peso corporeo ≥ 40 kg (di età maggiore o uguale a12 anni): La dose iniziale di ibuprofene è 200 mg o 400 mg. Se necessario si possono assumere dosi aggiuntive di 200 mg o 400 mg di ibuprofene. Il rispettivo intervallo di dosaggio deve essere scelto in funzione dei sintomi osservati e della dose massima giornaliera raccomandata. Non deve essere inferiore a 6 ore. Non deve essere superata una dose totale di 1200 mg di ibuprofene in un periodo di 24 ore Ibuprofene Aristo è solo per un uso a breve termine Popolazioni speciali . Anziani: Negli anziani c’è un rischio maggiore di gravi conseguenze in caso di reazioni avverse. Se è necessario somministrare un FANS, deve essere utilizzata la dose più bassa efficace e per la durata più breve possibile. Durante la terapia con i FANS, il paziente deve essere controllato regolarmente per il sanguinamento gastrointestinale. Se la funzionalità renale o la funzionalità epatica è compromessa, il dosaggio deve essere aggiustato individualmente. Insufficienza renale: Si deve usare cautela con il dosaggio di ibuprofene nei pazienti con compromissione renale. Il dosaggio deve essere valutato individualmente e deve essere mantenuto il più basso possibile e la funzionalità renale deve essere controllata. L’uso di ibuprofene è controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafo 4.3). Insufficienza epatica: Si deve usare cautela con il dosaggio di ibuprofene nei pazienti con compromissione epatica. Il dosaggio deve essere valutato individualmente e deve essere mantenuto il più basso possibile. L’uso di questo medicinale è controindicato nei pazienti con grave disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3).Popolazione pediatrica: Altre forme farmaceutiche / dosaggi possono essere più appropriati per la somministrazione. Ibuprofene Aristo non è indicato per l'uso nei bambini e negli adolescenti con peso corporeo inferiore a 40 kg o nei bambini di età inferiore a 12 anni. Metodo di somministrazione. Uso orale: Ibuprofene Aristo deve essere assunto con un bicchiere di acqua.Le compresse non devono essere frantumate, masticate o succhiate per evitare irritazioni allo stomaco o alla gola. Ai pazienti con uno stomaco sensibile si raccomanda di assumere Ibuprofene Aristo insieme a del cibo.
Sovradosaggio
Sintomi di un sovradosaggio Tossicità I segni e i sintomi di tossicità non sono stati generalmente osservati a dosi inferiori a 100 mg/kg nei bambini o negli adulti. Tuttavia, in alcuni casi potrebbe essere necessario un trattamento di supporto. È stato osservato che i bambini manifestano segni e sintomi di tossicità dopo ingestione di ibuprofene a dosi di 400 mg/kg o maggiori. Sintomi La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantità clinicamente importanti di FANS svilupperà al massimo: nausea, vomito, dolore epigastrico e più raramente diarrea. Inoltre può verificarsi nistagmo, visione offuscata, tinnito, cefalea e sanguinamento gastrointestinale. In caso di avvelenamento più grave, si osserva tossicità nel sistema nervoso centrale, che si manifesta come vertigini, capogiro, sonnolenza, ed occasionalmente eccitazione e disorientamento, perdita di conoscenza o coma. Occasionalmente i pazienti sviluppano convulsioni. I bambini possono anche sviluppare crampi mioclonici. In caso di avvelenamento grave può verificarsi acidosi metabolica, ipotermia e iperkaliemia e il tempo di protrombina/INR può essere prolungato, probabilmente a causa dell’interferenza con le azioni di fattori di coagulazione circolanti. Possono verificarsi insufficienza renale acuta, danno epatico, ipotensione, depressione respiratoria e cianosi. Nei pazienti asmatici è possibile l’esacerbazione dell’asma. Trattamento per il sovradosaggio Non esiste un antidoto specifico. In caso di sovradosaggio è pertanto indicato un trattamento sintomatico e di supporto. Particolare attenzione è dovuta al controllo della pressione arteriosa, dell’equilibrio acido-base e di qualsiasi sanguinamento gastrointestinale. Entro un’ora dall’ingestione di una quantità potenzialmente tossica deve essere considerata la somministrazione di carbone attivo. In alternativa, negli adulti, entro un’ora dall’ingestione di una overdose potenzialmente pericolosa per la vita, deve essere presa in considerazione la lavanda gastrica. Deve essere assicurata una diuresi adeguata e le funzioni renale ed epatica devono essere strettamente monitorate. Il paziente deve rimanere sotto osservazione per almeno quattro ore successivamente all’ingestione di una quantità di farmaco potenzialmente tossica. L’eventuale comparsa di convulsioni frequenti o prolungate deve essere trattata con diazepam per via endovenosa. In rapporto alle condizioni cliniche del paziente possono essere necessarie altre misure di supporto.
Controindicazioni
‒ Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel Paragrafo 6.1. ‒ Pazienti con anamnesi di reazioni di ipersensibilità (ad es. broncospasmo, asma, rinite, orticaria o angioedema) associate all'uso di acido acetilsalicilico o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). ‒ Pazienti con grave insufficienza cardiaca (IV classe NYHA). ‒ Pazienti con grave insufficienza epatica o grave insufficienza renale. ‒ Pazienti con disturbi dell'ematopoiesi non identificati.‒ Anamnesi o fase attiva di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o emorragia). ‒ Anamnesi di emorragia gastrointestinale o perforazione associata a precedenti trattamenti con FANS. ‒ Pazienti con emorragia cerebrovascolare o altra emorragia attiva. ‒ Pazienti con grave disidratazione (ad es. causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi). ‒ Ultimo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
Effetti Indesiderati
L'elenco degli effetti indesiderati riportato di seguito include tutte le reazioni avverse riportate durante il trattamento con ibuprofene, comprese quelle nei pazienti reumatici sottoposti a terapia a lungo termine ad alte dosi. Al di là di segnalazioni molto rare le frequenze i riferiscono all'uso a breve termine di dosi giornaliere fino a un massimo di 1200 mg di ibuprofene per formulazioni orali e un massimo di 1800 mg per supposte. Per quanto riguarda le seguenti reazioni avverse, deve essere tenuto conto che sono per la maggior parte dose-dipendenti e variano tra gli individui. Le reazioni avverse osservate più comunemente sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, talvolta fatale, particolarmente nei pazienti anziani (vedere paragrafo 4.4). Dopo somministrazione sono stati segnalati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e malattia di Crohn (vedere paragrafo 4.4). Meno di frequente è stata osservata gastrite. In particolare il rischio di emorragia gastrointestinale è dipendente dall'intervallo di dose e dalla durata d'uso. In associazione con il trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, particolarmente ad alte dosi (2400 mg/giorno), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4). Sono usate le seguenti categorie per esprimere la frequenza delle reazioni avverse: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per organi e sistemi | Frequenza | Effetti indesiderati |
Infezioni ed infestazioni | Molto raro | È stata descritta l’esacerbazione di infiammazioni infezione-correlate (ad es. sviluppo di fascite necrotizzante) in coincidenza con l'uso sistemico di farmaci antinfiammatori non steroidei. Questa è probabilmente associata al meccanismo d'azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei. Se i segni di un’infezione si verificano o peggiorano durante l'uso di Ibuprofene Aristo, si raccomanda al paziente di recarsi subito da un medico. Deve essere valutato se vi sia un’indicazione per una terapia antinfettiva/antibiotica. Durante il trattamento con ibuprofene sono stati osservati i sintomi di meningite asettica con rigidità del collo, cefalea, nausea, vomito, febbre od offuscamento dello stato di coscienza. I pazienti con malattie autoimmuni (LES, malattia mista del tessuto connettivo) sembrano essere predisposti. |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto raro | Disordini ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi). Eosinofilia. Coagulopatia (alterazioni della coagulazione) Anemia aplastica Anemia emolitica Neutropenia I primi segni possono essere: febbre, mal di gola, ferite superficiali alla bocca, sintomi simil-influenzali, spossatezza grave, epistassi e sanguinamento cutaneo. In questi casi, il paziente deve essere istruito a sospendere immediatamente Ibuprofene Aristo, ad evitare l’automedicazione con medicinali analgesici e antipiretici e a consultare un medico. |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | Reazioni di ipersensibilità con eruzione cutanea e prurito, nonché attacchi di asma (talvolta anche con calo di pressione sanguigna). In questo caso il paziente deve essere istruito a interrompere l’assunzione di Ibuprofene Aristo e ad informare immediatamente il medico. |
Molto raro | Reazioni gravi generali di Ipersensibilità. Queste si possono presentare come edema facciale, gonfiore della lingua, gonfiore dell'interno della laringe con costrizione delle vie aeree, stress respiratorio, tachicardia, calo della pressione sanguigna fino a shock mortale. Se si verifica uno di questi sintomi, che può accadere anche al primo utilizzo, è richiesta l'assistenza immediata di un medico. | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto raro | Ipoglicemia Iponatriemia |
Disturbi psichiatrici | Molto raro | Reazioni psicotiche Allucinazioni Confusione Depressione Ansia |
Patologie del sistema nervoso | Non comune | Disturbi del sistema nervoso centrale quali cefalea, capogiri, insonnia, agitazione, irritabilità o stanchezza. |
Non nota | Parestesia Neurite ottica | |
Patologie dell’occhio | Non comune | Disturbi visivi. In questo caso il paziente deve essere istruito a sospendere l’uso di ibuprofene e a informare immediatamente il medico. |
Patologie dell'orecchio e del labirinto | Raro | Tinnito Perdita dell’udito |
Patologie cardiache | Molto raro | Palpitazioni, insufficienza cardiaca, infarto miocardico. |
Patologie vascolari | Molto raro | Ipertensione Vasculite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto raro | Asma Dispnea Broncospasmo |
Non nota | Rinite | |
Patologie gastrointestinali | Comune | Disturbi gastrointestinali come pirosi, dolore addominale, nausea, vomito, flatulenza, problemi digestivi, diarrea, costipazione e lieve perdita di sangue a livello gastrointestinale che, in casi eccezionali, può causare anemia. |
Non comune | Ulcere gastrointestinali, con potenziale emorragia e perforazione. Stomatite ulcerosa, esacerbazione della colite e della malattia di Crohn (vedere paragrafo 4.4), gastrite. | |
Molto raro | Esofagite, pancreatite, formazione di stenosi intestinali simil-diaframma. Il paziente deve essere istruito a sospendere il medicinale e a recarsi immediatamente da un medico se presenta un dolore relativamente grave alla parte superiore dell'addome o si verifica melena o ematemesi. | |
Patologie epatobiliari | Molto raro | Disfunzione epatica, danno epatico, soprattutto nella terapia a lungo termine, insufficienza epatica, epatite acuta, ittero. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto raro | Reazioni bollose della pelle come Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell), eritema multiforme, in casi eccezionali possono manifestarsi gravi infezioni cutanee e complicanze ai tessuti molli nel corso di un’infezione di varicella (vedere anche "Infezioni e infestazioni"), alopecia, porpora, reazioni di fotosensibilità. |
Non nota | Eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici indotta da farmaco (DRESS), pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). | |
Patologie renali e urinarie | Raro | Danno al tessuto renale (necrosi papillare), elevate concentrazioni di acido urico nel sangue, elevate concentrazioni di urea nel sangue. |
Molto raro | Formazione di edemi, in particolare in pazienti con ipertensione arteriosa o compromissione renale, sindrome nefrosica, nefrite interstiziale che può essere accompagnata da compromissione renale acuta. | |
Non nota | Funzione renale compromessa. |
Gravidanza e Allattamento
Gravidanza: L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio-fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto e/o malformazione cardiaca e/o gastroschisi, dopo l’uso di un inibitore della sintesi di prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di un inibitore della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre- e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento dell’incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato segnalato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, Ibuprofene Aristo non deve essere somministrato se non strettamente necessario. Se Ibuprofene Aristo è usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la più bassa e la più breve possibile. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre: - il feto a: o tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); o disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi; - la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: o possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse; o inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato. Di conseguenza, Ibuprofene Aristo è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento: Solo piccole quantità di ibuprofene e dei suoi metaboliti passa nel latte materno. Poiché ad oggi non sono noti effetti dannosi per i neonati, l'interruzione dell'allattamento con latte materno non è generalmente necessaria nel trattamento a breve termine con la dose raccomandata per febbre e dolore. Fertilità: L’uso di ibuprofene può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato nelle donne che tentano il concepimento. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono oggetto di indagine sull’infertilità, si deve considerare l’interruzione del trattamento con Ibuprofene Aristo. Vi sono alcune evidenze che i farmaci che inibiscono la sintesi di ciclo-ossigenasi/prostaglandine possono causare una compromissione della fertilità femminile a causa di un effetto sull'ovulazione. Questo è reversibile con l'interruzione del trattamento
Avvertenze
Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo usando la minima dose efficace per il periodo più breve necessario a controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e i rischi gastrointestinali e cardiovascolari riportato di seguito). E' richiesta cautela in pazienti con alcune malattie che possono subire un peggioramento: ‒ lupus sistemico eritematoso (LSE) o malattia mista del tessuto connettivo - aumento del rischio di meningite asettica (vedere paragrafo 4.8); ‒ disturbo congenito del metabolismo della porfirina (ad es. porfiria acuta intermittente); ‒ compromissione renale da lieve a moderata; ‒ compromissione epatica da lieve a moderata; ‒ subito dopo un intervento chirurgico importante; ‒ nei pazienti con reazione allergica ad altre sostanze, poiché per loro esiste un aumentato rischio che si verifichino reazioni di ipersensibilità anche con l'uso di Ibuprofene Aristo; ‒ nei pazienti che soffrono di febbre da fieno, polipi nasali o disturbi respiratori ostruttivi cronici, poiché per loro esiste un aumentato rischio che si verifichino reazioni allergiche. Queste si possono presentare come attacchi di asma (la cosiddetta asma analgesica), edema di Quincke o orticaria; ‒ disidratazione. Sicurezza gastrointestinale : L'uso concomitante di ibuprofene con i FANS, compresi inibitori specifici della ciclossigenasi-2, aumenta il rischio di reazioni avverse (vedere paragrafo 4.5) e deve essere evitato. Pazienti anziani : Gli anziani hanno una frequenza maggiore di reazioni avverse ai FANS, soprattutto emorragia e perforazione gastrointestinale, che può essere fatale. Si raccomanda di monitorare con particolare attenzione gli anziani. Emorragia, ulcere e perforazione gastrointestinale : Durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento durante il trattamento, con o senza precedenti sintomi di preavviso o anamnesi precedente di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia, ulcere e perforazione gastrointestinale, che possono essere fatali. Il rischio di emorragia, ulcerazione o perforazione gastrointestinale è più elevato con dosaggi crescenti di FANS e in pazienti con anamnesi di ulcere, soprattutto con complicazioni di emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e nei pazienti anziani. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la dose più bassa disponibile. Per questi pazienti, ed anche per pazienti che richiedono terapie concomitanti con basse dosi di acido acetilsalicilico o altri medicinali che possono aumentare il rischio gastrointestinalie (vedere paragrafo 4.5), deve essere preso in considerazione l’uso concomitante di agenti protettori (ad es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica) (vedere sotto e paragrafo 4.5).Pazienti con anamnesi di tossicità gastrointestinale, in particolare pazienti anziani, devono riferire tutti i sintomi addominali inusuali (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento. Deve essere prestata cautela se i pazienti assumono contemporaneamente medicinali che possono aumentare il rischio di ulcerazione o di emorragia, ad es. corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o inibitori dell’aggregazione piastrinica come l’acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5). In caso di emorragia o ulcera gastrointestinale nei pazienti che stanno utilizzando ibuprofene, il trattamento deve essere interrotto. I FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con un’anamnesi di malattia gastrointestinale (colite ulcerativaa, malattia di Crohn) poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8). I FANS possono mascherare i sintomi di infezione e febbre. Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari: È necessaria cautela (discussione con il medico o il farmacista) prima di iniziare il trattamento in pazienti con anamnesi di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, particolarmente ad alte dosi (2400 mg/giorno), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non indicano che basse dosi di ibuprofene (per esempio ≤ 1200 mg/giorno) siano associate ad un aumentato rischio di eventi trombotici arteriosi. I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare, devono essere trattati con ibuprofene soltanto dopo attenta considerazione e devono essere evitate dosi elevate (2400 mg/giorno). Particolare attenzione deve essere inoltre prestata prima di avviare al trattamento a lungo termine i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (ad es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo di sigaretta), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2400 mg/giorno) di ibuprofene. Reazioni cutanee: Reazioni cutanee gravi, alcune delle quali fatali, compresa la dermatite esfoliativa, la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica, sono state riportate raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere a più alto rischio per queste reazioni nelle prime fasi della terapia: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. La pustulosi esantematica generalizzata acuta (PEGA) è stata riportata con medicinali contenenti ibuprofene. Il trattamento con Ibuprofene Aristo deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità. In via eccezionale, la varicella può essere all'origine di gravi complicanze di infezioni cutanee e dei tessuti molli. Ad oggi, il ruolo dei FANS nel contribuire al peggioramento di queste infezioni non può essere escluso. Pertanto è consigliabile evitare l'uso di Ibuprofene Aristo in caso di varicella. Altre informazioni: Reazioni di ipersensibilità acute gravi (ad es. shock anafilattico) sono state osservate molto raramente. Ai primi segni di reazione di ipersensibilità dopo somministrazione di ibuprofene il trattamento deve essere interrotto. Devono essere avviate misure mediche necessarie da parte di personale medico specializzato, in linea con la sintomatologia. Ibuprofene può inibire temporaneamente la funzione piastrinica (aggregazione di trombociti). Pertanto, i pazienti con disturbi della coagulazione devono essere monitorati attentamente. Nel corso di utilizzo prolungato di ibuprofene è richiesto il monitoraggio regolare dei valori dei test di funzionalità epatica, di funzionalità renale e dell’emocromo. L’uso prolungato di qualsiasi tipo di antidolorifico per la cefalee può peggiorare il mal d testa. In caso si verifichi o si sospetti questa evenienza, deve essere interrotto il trattamento e si deve richiedere un parere medico. La diagnosi di Cefalea causata da uso eccessivo di farmaco (MOH) deve essere sospettata in pazienti con cefalee frequenti o giornaliere, nonostante (o a causa di) regolare uso di medicinali per la cefalea. In termini generali, l'uso abituale di antidolorifici, in particolare la combinazione di differenti antidolorifici, può portare a danno renale permanente con rischio di insufficienza renale (nefropatia analgesica). Questo rischio può essere aumentato in condizioni di stress fisico associato a perdita di sale e disidratazione. Pertanto l’uso combinato di diversi antidolorifici deve essere evitato. Quando si utilizzano i FANS, le reazioni avverse, in particolare quelle che riguardano il tratto gastrointestinale o il sistema nervoso centrale, possono essere potenziate dal consumo concomitante di alcol. Il rischio di insufficienza renale è aumentato nei pazienti disidratati, negli anziani e in coloro che assumono diuretici e ACE inibitori. I FANS possono mascherare i sintomi di un’infezione o di febbre. I pazienti che segnalano disturbi all'occhio durante il trattamento con ibuprofene devono interrompere la terapia ed essere sottoposti ad esame della vista. Popolazione pediatrica: C’è un rischio di compromissione renale negli adolescenti disidratati. Ibuprofene Aristo contiene lattosio: I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono prendere questo medicinale.
Interazioni
Ibuprofene deve essere assunto solo con cautela in combinazione con i seguenti principi attivi: Altri FANS compresi salicilati: La somministrazione concomitante di diversi FANS può aumentare il rischio di ulcere gastrointestinali e di sanguinamento a causa di un effetto sinergico. L'uso concomitante di ibuprofene con altri FANS deve pertanto essere evitato (vedere paragrafo 4.4). Inibitori selettivi della ciclossigenasi-2: La somministrazione concomitante di ibuprofene con altri FANS, compresi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2, deve essere evitata a causa del potenziale effetto additivo (vedere paragrafo 4.4). Acido acetilsalicilico: La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico generalmente non è raccomandata a causa del potenziale aumento di reazioni avverse. Dati sperimentali suggeriscono che ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto di basse dosi di acido acetilsalicilico a sull’aggregazione piastrinica, quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l'estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l'uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l'effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito ad un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Digossina, fenitoina, litio: L’uso concomitante di ibuprofene con preparazioni a base di digossina, fenitoina o litio può aumentare i livelli sierici di questi medicinali. Non è generalmente richiesto il monitoraggio dei livelli sierici di litio, digossina e fenitoina, se utilizzati come indicato (per un massimo di 3 o 4 giorni). Diuretici, inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE), beta-bloccanti e antagonisti dell’angiotensina II (AIIA): I farmaci antinfiammatori non steroidei possono attenuare l’efficacia dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi. I diuretici possono inoltre aumentare il rischio di nefrotossicità associata ai FANS. Nei pazienti con funzione renale compromessa (ad esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) la somministrazione concomitante di un ACE inibitore, beta bloccanti o di un antagonista dell’angiotensina II con un inibitore della ciclossigenasi può portare ad un ulteriore deterioramento della funzione renale, compresa una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Pertanto la co-somministrazione deve essere effettuata con cautela, soprattutto nei pazienti anziani. I pazienti devono essere istruiti a mantenere un’adeguata idratazione e a controllare regolarmente i valori di funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante. La somministrazione concomitante di ibuprofene e diuretici risparmiatori di potassio può portare a iperkaliemia. Corticosteroidi: Aumento del rischio di ulcere o emorragia gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). Medicinali antiaggreganti e inibitori selettivi della ri-captazione della serotonina (SSRI): Aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). Metotrexato: I FANS possono inibire la secrezione tubulare di metotrexato e ridurne la clearance. La somministrazione di ibuprofene entro 24 ore prima o dopo la somministrazione di metotrexato può portare ad aumento delle concentrazioni di metotrexato e ad un aumento del suo effetto tossico. Ciclosporina: Il rischio di un effetto nefrotossico da parte della ciclosporina è aumentato dalla co-somministrazione di alcuni farmaci anti-infiammatori non steroidei. Analogamente, questo effetto non può essere escluso per la combinazione di ciclosporina e ibuprofene. Anticoagulanti: I farmaci anti-infiammatori non steroidei possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come warfarin (vedere paragrafo 4.4). Sulfaniluree: I FANS possono aumentare gli effetti delle sulfaniluree. Sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia in pazienti con somministrazione concomitante di sulfaniluree ed ibuprofene. Nel caso di trattamento simultaneo, si raccomanda come precauzione il monitoraggio dei livelli di glucosio nel sangue. Aminoglicosidi: I FANS possono diminuire l’eliminazione degli aminoglicosidi. Tacrolimus: La co-somministrazione di entrambi i medicinali aumenta il rischio di nefrotossicità. Zidovudina: Aumento del rischio di tossicità ematologica quando un FANS è somministrato con zidovudina. C’è evidenza di un aumentato rischio di emartrosi e di ematoma in pazienti emofiliaci HIV positivi che assumono in concomitanza zidovudina con ibuprofene. Probenecid e sulfinpirazone: I medicinali contenenti probenecid e sulfinpirazone possono ritardare l’escrezione di ibuprofene. Antibiotici chinolonici: I dati sugli animali indicano che i FANS in combinazione con antibiotici chinolonici possono aumentare il rischio di convulsioni. I pazienti che assumono in concomitanza FANS e chinolonici possono avere un aumentato rischio di sviluppare convulsioni. Colestiramina: La somministrazione concomitante di ibuprofene e colestiramina può ridurre l’assorbimento di ibuprofene a livello del tratto gastrointestinale. Comunque la rilevanza clinica di tale interazione non è nota. Inibitori del CYP2C9: L’utilizzo concomitante di ibuprofene e inibitori del CYP2C9 può aumentare l’esposizione ad ibuprofene (substrato del CYP2C9). In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9), è stata dimostrata un’aumentata esposizione, da 80% a 100%, ad S(+)-ibuprofene. Si deve prendere in considerazione una riduzione della dose di ibuprofene nei casi di co-somministrazione con potenti inibitori del CYP2C9, specialmente quando vengono somministrate alte dosi di ibuprofene insieme a voriconazolo o fluconazolo. Ginkgo Biloba: Il Ginkgo può aumentare il rischio di sanguinamento se assunto in associazione ai FANS. Mifepristone: Se i FANS sono utilizzati entro 8-12 giorni dopo la somministrazione di mifepristone possono ridurre l’effetto del mifepristone. Ritonavir: L’uso concomitante con ritonavir, può determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei FANS. Alcol, bifosfonati e pentossifillina: Possono potenziare gli effetti indesiderati gastrointestinali e il rischio di sanguinamento e ulcerazione. Baclofene: Tossicità elevata del baclofene.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
Principi Attivi
Ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di ibuprofene.Eccipiente con effetti noti Ogni compressa contiene 44 mg di lattosio (come monoidrato) Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti
Nucleo della compressa: Ipromellosa, Croscamellosa sodica, Lattosio monoidrato, Cellulosa microcristallina, Amido di mais pregelatinizzato, Silice colloidale anidra, Sodio laurilsolfato, Magnesio stearato. Film di rivestimento: Ipromellosa, Titanio diossido (E171), Talco, Glicole propilenico.
Metodi di pagamento:
Bonifico Bancario
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LIVIGNO | 3-5 | 4,90€ + 44,00 € | 44,00 € |
CAMPIONE D'ITALIA | 3-5 | 4,90€ + 70,00 € | 70,00 € |